Nel 1418, Luca Pitti acquistò dei terreni Oltrarno per costruirvi un palazzo. Palazzo Pitti sorse proprio su quei terreni circa quarant’anni dopo. L’incarico di realizzare i giardini fu affidato a Niccolò Tribolo dai Medici, nuovi proprietari del Palazzo. E, in seguito alla prematura morte di Tribolo, passarono a Bartolomeo Ammannati, che li portò a termine.
Il Giardino di Boboli orna il lato posteriore di Palazzo Pitti ed è certamente uno dei più bei giardini all’italiana di tutti i tempi. Un vero e proprio museo en plein air in cui statue, terrazze, fontane ed edifici si alternano a profumate siepi, aiuole e alberi.
Bacchino e gli altri
Tante le statue di epoca romana provenienti dal Foro di Traiano. Tra quelle che maggiormente attirano l’attenzione dei visitatori, però, c’è il cosiddetto Bacchino. La statua ritrae il più popolare dei nani alla corte di Cosimo I. Ubriaco (da qui bacchino), completamente nudo, cavalca una tartaruga. Il panciuto Morgante fu scolpito nel 1560 dallo scultore Valerio Cioli.
Accanto a questa fontana si trova l’ingresso al Corridoio Vasariano che, passando su Ponte Vecchio, collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti attraverso gli Uffizi.
Il Viottolone è il viale principale. Circondato da alberi secolari, attraversa il Prato dell’Uccellare, che ospita l’opera dello scultore contemporaneo Igor Mitoraij. Altra caratteristica dei giardini all’italiana, che si ritrova nei Giardini di Boboli, sono i giardini segreti, delle aree separate raggiungibili attraverso percorsi nel verde. Il Giardino del Cavaliere è il giardino nel giardino,
costruito sui bastioni realizzati da Michelangelo nel 1529.
Qui si trovano siepi di bosso e rare erbe profumate, la fontana detta delle scimmie e il Casino del Cavaliere, un tempo luogo di svago dei Granduchi, oggi sede del Museo delle Porcellane.

I giardini segreti: i capolavori d’architettura nei giardini
L’anfiteatro è uno dei primi edifici. Fu inaugurato nel 1637 e, in origine, conteneva la Fontana dell’Oceano, che nel XVII secolo fu ricollocata sull’isolotto per consentire le rappresentazioni teatrali. Un obelisco egizio osserva dall’alto per volontà del Granduca Pietro Leopoldo.
Ingegnoso il sistema di raccolta delle acque irrigue, che risale al 1777, ed è ornato dalla Fontana del Nettuno, nota in città come Fontana della Forchetta. Vero capolavoro di manierismo, all’interno dei Giardini, è la Grotta del Buontalenti, edificata fra il 1583 e il 1593. Vi lavorarono Vasari e poi Buontalenti, da cui prende il nome, su commissione di Francesco I de’ Medici. Tre stanze in cui regnano giochi d’acqua e affreschi. Decori di conchiglie, stalattiti, spugne e statue, che richiamano i principi dell’alchimia cari al Granduca. Tra le statue, spicca certamente la Venere che esce dal bagno di Giambologna.
E ancora tra gli edifici non si possono non visitare la Kaffeehaus, il padiglione rococò da cui si gode una bellissima vista su Firenze.
La Palazzina della Meridiana che ospita la Galleria del Costume. Infine, la Limonaia, nell’originario colore verde Lorena. Per secoli ha ospitato gli animali esotici della corte, ma soprattutto le piante di agrumi. Contiene ancora piante d’epoca medicea.
